I bambini, la vita, la morte

Sì, abbiamo perso Harry stanotte, ma lui è ancora con noi, qui dentro… non sono morti invano! Il cuore di Harry batteva per noi, per tutti noi!”

I bambini sono, per antonomasia, quelle piccole anime indifese e fragili che cerchiamo di proteggere più che possiamo e che cerchiamo di preservare dal dolore.
È giusto, ma fino a un certo punto.
Nascondergli che nella vita – nella loro da bambini e in quella da adulti – esiste anche il dolore, non li aiuta a vivere più consapevolmente il dolore stesso.
La nostra paura di spaventarli, allo stesso tempo, crea ancora più spavento: all’improvviso si svegliano dal loro bellissimo sogno, che è la vita di un bambino, e scoprono che esiste anche la morte.
In questo periodo, purtroppo, molti di loro lo scoprono non soltanto dal tg ma anche dai nonni che non vedranno mai più, da quel vicino simpatico che non vedono nel cortile a sgranchirsi le gambe con i capelli canuti al vento. Qualcuno lo scopre perché ha un familiare, magari la mamma o il papà, che non vive più a casa con loro perché lavora all’ospedale, e cerca di proteggerli standogli lontano.

Non potremmo mai sapere, credo, quello che stanno provando veramente i bambini oggi. Oggi che si stanno rendendo conto che quel mostro con la corona che sta là fuori, non è detto che venga sconfitto a breve dall’eroe, come nelle fiabe più belle.

È per questo motivo che ieri ho voluto condividere un fatto doloroso con i miei alunni: perché uno di quelli che loro stessi definiscono “eroe”, un medico, non ce l’ha fatta ed è stato sconfitto dal mostro cattivo, quello con la corona.
Volevo che Nabeel non rimanesse “un numero” tra i tanti del bollettino quotidiano dei caduti. Volevo che i bambini conoscessero il suo nome, un pezzetto della sua storia e un altro pezzetto della sua amata terra, la Palestina.
Quindi mi sono seduta, ho cercato le parole giuste – chissà poi se sono davvero quelle giuste – e ho raccontato loro di Nabeel.

Poco fa nella mia casella di posta elettronica ho ricevuto un messaggio. Il mittente ha 9 anni ed è una di quelle piccole anime indifese e fragili che cerchiamo di proteggere più che possiamo e che cerchiamo di preservare dal dolore. Che cerchiamo di consolare, quando il dolore arriva. Per il quale rovistiamo nel cestino delle parole ovattate, per fare meno male.

Mi ha scritto, iniziando con quel tenero incipit Cara maestra che mi emoziona tutte le volte, dicendomi che era molto dispiaciuto per il mio amico e per me, e che sperava di potermi aiutare a provare un po’ meno dolore mandandomi un pezzetto di film.

Questo:

I bambini ci guardano, diceva un celebre film di Vittorio De Sica. I bambini (ci) sentono, i bambini (ci) provano, i bambini (ci) amano e (ci) soffrono.

I bambini, soprattutto, ci aiutano a vivere meglio, sempre.

“Presto, tutti quanti ci troviamo faccia a faccia con la scelta tra fare quello che è più giusto o quello che è più facile fare”.

Albus Silente

Lascia un commento